Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2022 – I migliori vini e alcune considerazioni sulla denominazione

Dopo qualche anno di assenza torno con piacere all’anteprima della Vernaccia di San Gimignano per constatare lo stato dell’arte della principale denominazione bianchista toscana.

San Gimignano è un luogo incantato, in cui il tempo sembra essersi fermato al medioevo, almeno ad alzar lo sguardo verso il cielo a cui anelano le sue imponenti torri. Un contesto privilegiato in cui fare vini e in cui approcciarsi alla degustazione o, ancor più, all’enoturismo di cui le cantine locali conoscono benissimo il potenziale. Un’atmosfera di grande suggestione scalfita “solo” dall’imperterrito via vai di turisti “mordi e fuggi” che, pandemia a parte, sono soliti affollare la città in quasi ogni periodo dell’anno. Un “mordi e fuggi” che si traduce, enoicamente parlando, in un “bevi e fuggi” o nel classico acquisto delle “bottiglie souvenir” che, a prescindere dall’indotto meramente economico che possono produrre, hanno inciso per anni (e, in alcuni casi, ancora lo fanno) fortemente sugli obiettivi enologici dei produttori di Vernaccia, mantenendo la produzione locale su uno standard idoneo alla vendita in loco, ottimizzando la resa senza puntare troppo ai picchi qualitativi auspicabili in un areale che può e sa mostrare la propria vocazione dalla vigna al bicchiere. Le cose sembrano cambiare e, probabilmente, questi due anni di “shock” dovuti al minor afflusso turistico, hanno portato molti dei produttori della città delle “cento torri” a guardare ai propri vini e alle proprie prospettive commerciali in maniera più oculata e maggiormente votata alla qualità, provando ad affiancare o, quanto meno, ad avvicinare alcune virtuose realtà che da anni propongono una visione differente, toccando picchi identitari e qualitativi di tutto rispetto.

san gimignano vino

Prima di passare alla selezione dei migliori vini assaggiati alla recente anteprime fra i 76 campioni di Vernaccia di San Gimignano Docg a disposizione, riporto qui di seguito una panoramica generale sul territorio e il disciplinare in questione.

Areale della Vernaccia di San Gimignano Docg

l Comune di San Gimignano vanta una superficie di 12.500 ettari, dei quali 5.600 sono destinati a produzioni agricole (vite, olivo, cereali).

Al netto della variabilità della singola annata il clima può essere annoverato fra quelli a carattere mediterraneo con estati piuttosto siccitose, inverni non particolarmente rigidi e piovosità concentrate in due periodi: Aprile/Maggio e Novembre, con temperature che variano dai -5°C ai +37°C. La zona beneficia in tutti i periodi dell’anno di una buona ventilazione, rari gli episodi di nebbia.

Il territorio di produzione delle Denominazioni tutelate ricade interamente all’interno del Comune di San Gimignano, collocato nella parte nord-ovest della provincia di Siena, nel cuore della Toscana. E’ un territorio interamente collinare collocato tra i 200 ed i 400 m s.l.m., i suoli sono di origine pliocenica, risalenti a 6,8- 1,8 milioni di anni fa.

I terreni destinati alla produzione vitivinicola sono quelli formatisi sui depositi pliocenici marini e costituiti da sabbie gialle (tufo) ed argille gialle che risultano, a loro volta, spesso stratificate su argille più compatte e presenti in profondità. Inoltre sono terreni fortemente caratterizzati dalla presenza di sabbia e quasi privi di scheletro, incoerenti, favorevoli quindi alla penetrazione delle radici delle piante. Sono generalmente poveri di sostanza organica e grazie alla sabbia risultano ben drenati. Proprio la sabbia, il tufo, è l’elemento pedologico caratterizzante dal punto di vista viticolo-enologico per la sapidità che conferisce ai vini che ne derivano.

Le colline di San Gimignano presentano esposizioni, altitudini, composizioni del suolo e disponibilità idriche variabili. Le molteplici, ed a volte uniche, combinazioni di questi singoli fattori determinano, anche su un’area così ristretta, un’incidenza significativa sui caratteri dei vini che vi si producono, accentuandone a seconda dei casi i caratteri fruttati oppure quelli minerali o la sapidità del gusto.

uva vernaccia


La produzione vitivinicola a San Gimignano

Il territorio di San Gimignano è molto vocato per le produzioni vitivinicole. La principale denominazione è la Vernaccia di San Gimignano Docg, affiancata dalla denominazione San Gimignano Doc. Questi due vini sono specifici del territorio. Sono presenti inoltre vigneti per la produzione di Chianti, Chianti Colli Senesi e IGT Toscana.

La superficie del territorio destinata a vigneto è di 1.900 ettari dei quali 720 destinati alla produzione di Vernaccia di San Gimignano e 450 destinati alla produzione di San Gimignano. La restante superficie viticola è dedicata alla produzione di Chianti, Chianti Colli Senesi e a IGT Toscana.

Sul territorio operano 170 aziende, delle quali 70 imbottigliano ed escono sul mercato con un proprio marchio.

Alla recente anteprima erano presenti i vini delle seguenti realtà:

Abbazia Monteoliveto, Alessandro Tofanari, Cantine Guidi, Cappellasantandrea, Casa alle Vacche, Casa Lucii, Casale Falchini, Cesani, Collemucioli, Collina dei Venti, Fattoria di Fugnano, Fattoria Poggio Alloro, Fattoria San Donato, Fattorie Melini, Fornacelle, Geografico, Guicciardini Strozzi, Il Colombaio di Santa Chiara, Il Lebbio, Il Palagione, La Lastra, Mormoraia, Montenidoli, Palagetto, Panizzi, Poderi Arcangelo, San Benedetto, San Quirico, Signano, Tenuta La Vigna, Tenuta Le Calcinaie, Terre di Sovernaja, Teruzzi, Tollena, Vagnoni.

Disciplinare di produzione della Vernaccia di San Gimignano Docg

E’ importante, quando ci si approccia alla Vernaccia di San Gimignano, conoscere i dettami del disciplinare di produzione. La Vernaccia di San Gimignano Docg, infatti, prevede quale area di produzione delle uve esclusivamente il territorio comunale di San Gimignano e che il vino sia prodotto in vigneti composti per almeno l’85% dal vitigno Vernaccia di San Gimignano, consentendo una presenza massima del 15% di altri vitigni a bacca bianca non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione Toscana. Non è consentito l’impiego dei vitigni: Traminer, Muller Turgau, Moscato Bianco, Malvasia di Candia, Malvasia Istriana, Incrocio Bruni 54. I vitigni Sauvignon e Riesling possono concorrere nella misura massima (da soli o congiuntamente) del 10%.

Con le migliori uve selezionate si ottiene la tipologia Riserva, per la quale è previsto un periodo di affinamento non inferiore a 11 mesi in cantina (in acciaio o legno) ed un periodo di affinamento di almeno 3 mesi in bottiglia prima dell’immissione al consumo. La resa per ettaro non deve superare i 9.000 kg per ettaro. La vinificazione delle uve e l’affinamento del vino devono avvenire all’interno dell’area di produzione.

La mia selezione dei migliori vini assaggiati all’anteprima della Vernaccia di San Gimignano 2022:

Casa alle Vacche Vernaccia di San Gimignano Docg 2021 – fresco nel frutto e nelle tonalità di fiori bianchi e fieno. Slanciato e sapido al sorso.

Fattoria di Fugnano Vernaccia di San Gimignano Docg “Da Fugnano” 2021 – Solare nel frutto, fresco nel fiore. Il sorso è slanciato ma non esile grazie all’apporto delle fecce fini che conferiscono quel quid di grassezza che lo rende meno scontato. Sapido il finale.

Il Colombaio di Santa Chiara Vernaccia di San Gimignano Docg “Selvabianca” 2021 – Nitido, fresco, minerale sin dal primo naso. Vino dall’identità palese e dalla grande agilità. Salino in chiusura.

Signano Vernaccia di San Gimignano Docg “Poggiarelli” 2021 – una selezione di vigna fedele al territorio nell’espressione varietale. Sorso integro e finale saporito.

Cappellasantandrea Vernaccia di San Gimignano Docg “Rialto” 2020 – Frutto integro, fiori gialli e accenni frutta secca. Il sorso è energico e vibrante. Ottima la tessitura minerale.

Cesani Vernaccia di San Gimignano Docg “Clamys” 2020 – Frutto maturo, fiori bianchi e accenni minerali di pietra focaia. Il sorso ha materia ma vanta una buona dinamica. Marino il finale.

Montenidoli Vernaccia di San Gimignano Docg “Tradizionale” 2020″ – Frutta gialla, erbe e frutta secca per un naso privo di ossidazioni, tanto d’antàn quanto contemporaneo. Sorso materico, sfaccettato, dal fine grip tannico utile a tergere il palato. Enfatizzata dalla macerazione anche la sapidità finale.

Montenidoli Vernaccia di San Gimignano Docg “Fiore” 2020 – Frutto ancora fresco e toni erbacei e minerali che si alternano con grande finezza e armonia. Sorso teso, vibrante e salino.

Terre di Sovernaja Vernaccia di San Gimignano Docg “Viti Sparse” 2020 – Coerente con il varietale e già complesso nell’espressione minerale. Sorso di buona tonicità, agile e persistente nella classica chiusura sapida.

Cappellasantandrea Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva “Prima Luce” 2019 – Altro raro (purtroppo) esempio di quanto la macerazione doni alla Vernaccia nel dare carattere e nell’enfatizzare la predisposizione varietale alla mineralità. Naso intenso e sorso materico, dinamico, concreto e saporito. Una Riserva sui generis che dovrebbe dare interessanti spunti di riflessione sul potenziale del varietale.

Fattoria San Donato Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva “Benedetta” 2019 – una Riserva old school nel concetto ma contemporanea nell’esecuzione, con la maturità della vendemmia tardiva e un legno ben integrato, per nulla occlusivo del varietale. Sorso pieno, intenso e persistente.

Il Colombaio di Santa Chiara Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva “L’Albereta” 2019 – Armonico nella sua forza espressiva decisa e intensa. Il sorso è ben equilibrato fra struttura e acidità. Saporito in chiusura. Ottime prospettive evolutive. Elegante come pochi altri sanno essere.

Panizzi Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva 2018 – Intenso nel frutto, caldo nel fiore rinfrescato da agrumi e toni balsamici che rendono ben integrato il legno. Il sorso è integro, fiero nell’incedere e saporito nel finale. Ancora in evoluzione.

Teruzzi Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva “Sant’Elena” 2018 – Note fresche, dolci e minerali a formare un profilo olfattivo armonico e intrigante. Il sorso è equilibrato e mostra una buona amalgama fra le parti. Asciutto e salino il finale.

Casa Lucii Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva “Mareterra” 2017 – Intenso e complesso il naso. Sorso pieno, materico ma non per questo meno dinamico. Lungo e saporito in chiusura.

Nel complesso i vini degustati (purtroppo penalizzati da una temperatura di servizio troppo fredda) si sono mostrati puliti e ben interpretati, al netto dei sempre più rari tagli con varietà internazionali (autorizzate) e dell’utilizzo di lieviti sin troppo incidenti sul profilo aromatico. Si nota comunque un’evoluzione graduale nell’interpretazione del varietale in concordanza alle peculiarità pedoclimatiche di ciascuna ideale “sottozona” e, ancor più, di ciascuna vigna, con l’auspicio che i “cru” possano divenire sempre più sinonimo di identità. Fondamentale, ancora una volta sia dal punto di vista strutturale che aromatico sia la permanenza sulle fecce fini che la macerazione sulle bucce che, se ben dosata (può essere utilizzata anche solo in piccola parte su masse da “taglio” o protratta da poche ore – prefermantiva – a pochi giorni a freddo per chi non vuole osare con macerazioni più “spinte”), può diventare uno strumento importante per dare e ridare al varietale dei marcatori identitari ancor più spiccati. A differenza di altri, non reputo il legno il “diavolo” (alcuni dei più grani vini bianchi del mondo sono affinanti o, ancor meglio, fermentati in legno) ma sono ancora poche le referenze che manifestano un utilizzo ponderato e garbato delle botti, piccole o grandi che siano, e questo fa riflettere su quanto la tipologia “Riserva” possa e debba essere resa più contemporanea nelle sue espressioni. L’auspicio, da par mio, è che nei prossimi anni si vedano sempre più selezioni di vigna con un posizionamento più consapevole, in grado di innalzare la percezione di una denominazione che si sta palesemente scrollando di dosso la “sindrome del turista” ma che non può attendere oltre per fare il passo che tutti ci aspettiamo da tempo. In questi termini, sarà molto importante continuare anche sulla strada della sostenibilità, cercando di veicolare un messaggio di tutela e rispetto del territorio, dei vigneti e del prodotto finale, ergo del consumatore, in maniera sempre più concreta e coesa.

La storicità può essere tanto un vanto quanto un limite se diviene un alibi per non guardare avanti con il piglio di chi conosce la propria storia ma vuole scriverne pagine nuove, nel pieno rispetto della tradizione ma con maggior consapevolezza enoica.

F.S.R.

#WineIsSharing

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