Meno di 50ha per una denominazione base Nebbiolo che, meno di altre, sta subendo gli esiti dei cambiamenti climatici e che, grazie al lavoro dei virtuosi vignaioli dell’associazione Albugnano 549, si sta guadagnando attenzione e rispetto.
Tra la miriade di micro-denominazioni italiane poche hanno, a mio modo di vedere, connotazioni e peculiarità utili a definirne singolarità e identità tali da conferire un’inappuntabile ragion d’essere a una così circoscritta “dimensione” vitivinicola e pedoclimatica in primis ma anche storico, culturale e antropologica. Tra queste denominazioni spicca, anzi si staglia quella dell’Albugnano Doc, che fa capo a meno di 50ha vitati, dislocati in 4 piccoli comuni del basso Monferrato (basso di nome ma non di fatto!) dove si possono coltivare le uve Nebbiolo da cui nasce questo nostro vino: Albugnano, Castelnuovo Don Bosco, Passerano Marmorito e Pino d’Asti.




La storia vitivinicola di quest’area trova testimonianze storiche che arrivano sino al 1148 e si lega in maniera indissolubile alla meravigliosa Abbazia di Vezzolano e alle vicende dell’aristocrazia sabauda. Nel 1868 il Nebbiolo spumante di Albugnano viene premiato all’Esposizione di Asti. Ma è con il riconoscimento della DOC, Gazzetta Ufficiale del 17 maggio 1997, che l’Albugnano inizia la sua ascesa, pur mantenendo salda la sua natura di enclave.
Per quanto mi riguarda, però, ciò che rende l’Albugnano Doc interessante, oltre alla sua storia e alle sue dimensioni, è la sua contemporaneità e la futuribilità della viticoltura che insiste sul territorio, nonché dei vini capaci di tradurre in maniera nitida ciò che, oggi, cerco in un vino che deve mostrare con fierezza ma senza sovrastrutture la propria identità, senza scimmiottare chi ha maggior notorietà, massa critica e successo commerciale.



Un territorio che potremmo riassumere attraverso le sue principali caratteristiche:
- altitudine media dei vigneti: attorno ai 300 m slm con picchi di oltre 530 m slm;
- matrici pedologiche: i suoli di produzione poggiano su marne mioceniche – langhiano-burdigaliano – e sono di colore chiaro, di medio impasto, anche se i terreni a livello superficiale presentano a volte affioramenti tufacei alternati a percentuali sabbiose più evidenti;
- versanti: il primo, che confina con Castelnuovo Don Bosco, è più ampio e vitato; il secondo, verso Berzano San Pietro, è invece più boschivo, qui le pendenze sono spesso elevate e i vigneti occupano i versanti meglio esposti.
- meso-clima: l’altitudine è determinante e influenza fortemente i parametri analitici come pH e acidità, nonché lo sviluppo aromatico. Fondamentale, specie in questo periodo, è la piovosità. Analizzando i dati pluviometrici della Regione Piemonte, elaborati in seno alla caratterizzazione morfologica e pedologica della Barbera d’Asti, Albugnano risulta essere, infatti, uno dei paesi dove le precipitazioni sono più frequenti e abbondanti all’interno della Provincia di Asti. Anche le temperature medie risultano essere inferiori al resto della provincia, ma con significative differenze a seconda dell’altitudine a cui si rilevano i dati, specie in termini di escursione termica (più importante, ovviamente, a ridosso dell’epoca vendemmiale).
- Biodiversità: a differenza di altri contesti vitivinicoli – anche piemontesi – quello in cui insiste la Doc Albugnano è un areale di grande integrità paesaggistica, in cui la presenza di bosco è molto importante e ancora sussiste una sana alternanza agricola. Nell’ottica della tutela e della preservazione del patrimonio di biodiversità locale i produttori si stanno muovendo in maniera congiunta verso un approccio viticolo sempre più rispettoso e sostenibile.
Queste peculiarità dell’areale, unitamente alla rinnovata sensibilità interpretativa dei piccoli produttori locali, divengono caratteristiche capaci di rendere questa piccola DOC un punto di interesse focale per il Nebbiolo odierno e per quello che verrà.
Lo hanno capito bene i produttori dell’Associazione ALBUGNANO 549, nata per sostenere l’identità enologica, storica, culturale, ambientale e socioeconomica del territorio di produzione dell’Albugnano DOC. Associazione che porta nel nome i 549 metri di altezza del punto più alto del comune di Albugnano come a voler rimarcare uno dei numerosi vantaggi che questo territorio porta in dote.
Queste le aziende associate:

Azienda agricola Alle tre colline
Azienda Agricola Roggero Bruno e Marco
Azienda Agricola Cà Mariuccia
Azienda Agricola Cascina Quarino
Azienda Agricola Mosso Mario
Azienda aricola Orietta Perotto
Azienda agricola Pianfiorito
Azienda agricola Tommaso Nebbia
Tenuta Tamburnin
Terre dei Santi
Azienda agricola Maurizio Calcagni
Antonella Natta
Enrico Malfetti
Cascina Gilli
Ca’ Vironi
N.B.: ad oggi, solo le prime 10 sono uscite in commercio con un Albugnano nella bottiglia istituzionale dell’Associazione.
L’Associazione Albugnano 549, però, ha saputo andare oltre le dinamiche di molte realtà associative enoiche, iniziando a gettare le basi per una piccola grande rivoluzione che ha come obiettivo, non solo la promulgazione delle peculiarità di zona e vino, bensì l’elevazione della percezione del lavoro fatto dai virtuosi produttori locali. Per far questo ci si è dotati di un disciplinare interno che, oltre a imporre una conduzione agronomica e un’attenzione nella raccolta atte alla migliore produzione nel pieno rispetto del territorio, porta l’affinato in legno del Nebbiolo (rigorosamente in purezza, nonostante da disciplinare della Doc è possibile un taglio a l5% con Barbera, Freisa e Bonarda) a un minimo di 18 mesi e in bottiglia per almeno 6 mesi, facendo una sorta di upgrade al disciplinare di produzione del già qualificato Albugnano Doc Superiore.

Fondamentali e illuminate anche le scelte di dotarsi di una bottiglia istituzionale e di avvalersi di una supervisione tecnica generale, curata da Gianpiero Gerbi, noto giovane enologo piemontese, che vigila sul lavoro degli associati e sulla qualità del prodotto finale in modo da poter crescere in maniera congiunta, nel rispetto della personalità del singolo ma con un livello di pulizia e di aderenza varietale e territoriale ancor più percettibile.
Da par mio ho deciso di sostenere la divulgazione delle specificità dell’Albugnano Doc attraverso masterclass (come quella che vedete nelle foto) e degustazioni volte ad aumentare la contezza degli addetti ai lavori nei riguardi di vini che, ad oggi, meno di altri hanno risentito dei cambiamenti climatici.










Al netto delle espressioni della singola referenza e delle piccole differenze in termini di macerazione e affinamento, gli Albugnano prodotti dalle cantine associate confermano una rara e innata attitudine alla freschezza (con frutto, fiore e spezia freschi, fine e intriganti, indotti da una maturazione ottimale e da buone escursioni termiche, non manifestando surmaturazioni e “cotture” di sorta, anche in annata tendenzialmente calde) e alla finezza tannica, con un’ottima dinamica di beva, mantenendo salda l’integrità varietale ed evidenziando con orgoglio l’afferenza territoriale.

Importante sottolineare anche la capacità di mostrarsi così freschi nonostante un’uscita sul mercato ritardata in confronto a quella voluta dal disciplinare “ufficiale”, facendo intuire anche un buon potenziale in termini di longevità.
A questi valori si unisce la versatilità di questi vini che, grazie al loro equilibrio fra acidità e struttura e alla moderata tannicità, permettono un più ampio range di abbinamenti, “giocando” anche con la temperatura di servizio, senza andare incontro a particolari durezze che ne ostacolerebbero l’agilità di beva.
Per chi volesse approfondire la conoscenza di questo areale, dei vignaioli dell’Associazione Albugnano 549 e dei lori vini il mio invito è ad andarli a trovare in vigna e in cantina, dove potrete constatare con i vostri sensi l’unicità di questa piccola grande denominazione del Monferrato ma per chi volesse iniziare il percorso conoscitivo attraverso la degustazione di una selezione di vini del territorio è possibile partecipare alla masterclass che terrò domenica 2 aprile alle ore h16.00 al Vinitaly presso il Padiglione 10 stand F3-G3.

F.S.R.
#WineIsSharing
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