Fabio Motta – Il vignaiolo, la nuova cantina e i suoi vini a Bolgheri

Era da molto che volevo approfondire la conoscenza di Fabio Motta e della sua piccola realtà bolgherese ma attendere è servito a poterne constatare le evoluzioni nel tempo in vigna, in bottiglia e, soprattutto, nella costruzione della sua nuova cantina. Una cantina che, per Fabio, rappresenta ben più di una semplice struttura per vinificare e affinare i propri vini: dentro queste mura inizia una nuova fase della sua vita di uomo di vigna e di vino, nata – subito dopo la laurea in agraria – sotto l’ala del suocero Michele Satta e proseguita investendo su di sé e sulla propria indole di vignaiolo in una terra in cui si tende, erroneamente, a parlare poco di terroir e di potenziale espressivo di alcuni varietali in determinate zone dell’areale (la vicinanza dal mare e le particolari condizioni pedoclimatiche tendono Bolgheri una delle denominazioni che sta subendo meno l’esito dei cambiamenti climatici, nonostante la percezione comune sia opposta). L’avventura individuale di Fabio parte da una piccola parcella di vigna, di 4 ha ca., di circa 20 anni, ai piedi della collina di Castagneto Carducci: Le Pievi. Alla vigna “dei rossi” si aggiunge il vigneto delle “bianche” (soprattutto Vermentino), di oltre due ettari, in località Le Fornacelle.

vigne bolgheri fabio motta satta

In fine arriva il “cru” di riferimento della piccola realtà di Fabio: Le Gonnare (“le lavandaie” nel dialetto locale). Una piccola parcella molto vocata, ai piedi di un antico corso d’acqua, in cui l’apparato radicale delle sue viti trovano un terreno di depositi torrentizi, ricco di scheletro, profondo e ricco di argilla. Il terreno unitamente all’esposizione a nord rendono particolare questo specifico contesto pedoclimatico che si traduce in un ciclo vegetativo dilatato e raccolte più tardive ed equilibrate.

Proprio grazie al mosaico complesso e completo delle sue piccole parcelle Fabio può contare su una tavolozza di colori che gli permettono di interpretare ogni annata (ancor più ora che dispone di una casa propria per vasche, “anfore”, tini e botti) con grande sensibilità, senza temere particolarmente il cambiamento climatico.

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Durante la mia recente visita presso la sua nuova cantina ho avuto modo di assaggiare un Vermentino (non ancora in bottiglia) con una breve ma fondamentale macerazione (5/7gg) nitido nel varietale, dalla tessitura tattile definita e una chiusura decisamente sapida; il Bolgheri Rosso “Pievi” 2020 è il vino fresco, agile, saporito e versatile ma non per questo banale o non in grado di evolvere in vetro; “lo Scudiere” 2019, ovvero l’IGT Toscana Sangiovese (nato sulla scia del Cavaliere di Michele Satta) che coniuga il fedele spettro varietale e identità territoriale in maniera armonica e distintiva, con materia e slancio, nerbo e sapore; in fine, il Bolgheri Superiore “Le Gonnare” 2019 che esprime molto della volontà di Fabio di portare in bottiglia una Bolgheri che tenda all’eleganza e non all’opulenza, con un’opportuna maturità di frutto, accenni vegetali e spezia nera intrigante. Il sorso è pieno ma agile nell’incedere profondo e lungamente ematico. Andando indietro nel tempo la 2016 si conferma un’annata di grande equilibrio fra materia e slancio ma a stupire per freschezza e vitalità è la 2013, tra i migliori vini di Bolgheri assaggiati negli ultimi anni.

Per quanto vocazione dei vigneti e gestione agronomica accorta possano essere importanti per produrre vini di grande qualità, avere una cantina propria e ben congegnata come quella costruita da Fabio non può che rappresentare un ulteriore strumento nelle mani di chi fa vigna e chi fa vino per tradurre nella maniera più nitida, rispettosa e personale le proprie uve.

Per questo sono certo che i vini di Fabio Motta avranno ancor più modo di manifestare un’identità di una Bolgheri tanto differente, quanto comprensibile e auspicabile. Io continuerò a seguirne le evoluzioni con grande curiosità e attenzione, nonché sincera fiducia scaturita dal confronto onesto ed esaustivo avuto con il vignaiolo che dalla Brianza ha allungato le proprie radici fino a Bolgheri, attecchendo come una propaggine che da origine a una nuova vite.

F.S.R.

#WineIsSharing

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