Ho trovato un vino straordinario sull’Isola di Capraia: il Sulàna de La Mursa di Francesco e Gianna

Un sogno realizzato, anzi due! Quello di Francesco e Gianna, giovani neo-genitori e “neo”-vignaioli che hanno ripristinato alcune tanto suggestive quanto eroiche terrazze sull’Isola di Capraia e il mio, che dopo aver assaggiato la loro prima annata di Grenache/Alicante “en primeur” ormai un anno fa (la produzione si limitava a una barrique), mi ero ripromesso di venirli a trovare in questo luogo ameno e selvaggio.
Ho potuto farlo solo ieri, ma ne è valsa la pena, dato che il mio arrivo sull’isola è coinciso con la possibilità di assaggiare la seconda annata del Sulàna e la prima della selezione Ventigghiatu da pochissimo in bottiglia.

vini la mursa sulana ventigghjatu

Facciamo un passo indietro e lasciate che vi racconti la storia di questa micro-realtà vitivinicola che al virtuosismo e all’eroismo hanno saputo abbinare la produzione di vini in grado di accarezzarti con la loro finezza e di schiaffeggiarti con la forza espressiva intrinseca di queste terre.

Tutto ha inizio grazie alla passione di Francesco, giovane capraiese, innamorato della sua isola dove vive nonostante le difficoltà e l'”isolamento” di un contesto che, purtroppo, è lasciato un po’ a sé stesso dalle istituzioni. Solo qualche anno fa Francesco decide di recuperare una parte dei terrazzamenti anticamente abbandonati dall’ex Colonia Penale per creare un orto (per una piccola produzione a KM 0 da vendere nell’alimentari dei genitori) e vigneto atto a produrre una manciata di bottiglie di vini che dovevano essere l’espressione più schietta e nitida dell’essenza e del potenziale dell’isola.

vigne capraia isola

Il motore di tutto, però, non è stato il solo amore per Capraia! La scintilla che ha reso ancor più sicuro della sua impresa Francesco è stato l’incontro con Gianna, giovane insegnante arrivata dalla Puglia per insegnare in Capraia. Oggi, a distanza di qualche anno, la micro azienda La Mursa dispone di qualche migliaio di metri di impianti arrampicati sulle terrazze che disegnano la cima vulcanica dell’isola e la giovane coppia ha già dato alla luce il futuro erede di questa vera e propria impresa!

Ecco quindi che, coadiuvati dalla saggezza di Stefano (padre di Francesco e fornaio dell’isola), i vigneti di Grenache (tipica di quest’isola che è molto più vicina alla Corsica che a Livorno) cominciano a dare i loro primi frutti dando origine al primo vino de La Mursa: il Sulàna.

Il mio incontro con il Sulàna è avvenuto in anteprima già un anno fa, quando ho avuto il piacere e la fortuna di assaggiare una delle ca. 250 bottiglie prodotte nel 2020. Fu subito amore, ma come da mia prassi ho atteso la riconferma della seconda annata e la possibilità di comprendere le dinamiche agronomiche dell’azienda recandomi sul territorio per sbilanciarmi così come sto per fare.

Sì, perché se la 2020 di quella Grenache/Alicante mi stupì per freschezza, slancio e sapidità la 2021 del Sulàna assaggiata ieri rappresenta uno dei picchi più alti raggiunti dal mio palato dacché ho memoria. Nessuna suggestione, nessun favoritismo per quanto i ragazzi meriterebbero un monumento sul molo dell’isola tanta è la loro passione… il Sulàna 2021 Costa Toscana Alicante IGT è identità, personalità e contemporaneità in forma liquida. Espressione nitida e luminosa di un’Isola vulcanica che un tempo era ricoperta di vigna e che oggi vanta meno di 10ha effettivi in totale. Frutto e fiore in perfetta armonia, quanto basta di spezia nera per rendere intrigante e complesso un naso che manifesta maturità ed equilibrio, senza alcun accenno di eccesso. Il sorso è fiero, agile, dinamico, con un centro bocca appagante ampio ma non grasso; l’incedere è ritmato, sicuro, tratteggiato dal tannino da raspo maturo (in vinificazione viene usata una piccola percentuale di uva a grappolo intero) e tratteggiato dalla trama minerale fra ferro e sale. Un vino che rappresenta l’ideale di vino contemporaneo, chiaro e fedele nel rappresentare identità varietale e di territorio, dalla beva agile ma non facile, sfaccettato e complesso senza orpelli o eccessi. Un vino giovane che scardina qualcosa che in Italia, purtroppo, facciamo fatica a comprendere ma che appena ci si sposta in terre tanto osannate come quelle di Borgogna è prassi comune: ovvero che non è l’evoluzione (in Italia ancora si tende a pensare, supportati da alcuni disciplinari di produzione, che la qualità e il valore del posizionamento di un vino vadano di pari passo con gli anni di affinamento) e probabilmente non sarà neanche una tanto auspicata longevità (che in questo caso, a mio parere, darà comunque grandi soddisfazioni ma porterà a perdere parte di quelle primarie peculiarità che io non voglio perdermi e che rendono così piacevole il Sulàna) a dare valore al vino, bensì sarà la sua capacità di esprimere annata, vitigno e territorio al netto della mano e delle scelte di chi il vino lo fa, dalla vigna al bicchiere, a fare la differenza.

vigne capraia

Tra i cespugli di elicriso e le bacche di mirto, tra vulcano e pietra, tra cielo e mare, a Capraia è nato un vino che mi ha fatto venire la pelle d’oca a primo naso e mi ha segnato per sempre a primo sorso. Credo sia la prima volta che mi espongo così per un vino e non ho remore nel farlo, tanto meritevole è il progetto e tanto valido ne è il frutto.

wine blogger saverio russo la mursa

Unico “limite”? Il Sulàna 2021, per quanto la produzione sia aumentata, non supera le 1000 bottiglie, ma quando tutti i vigneti entreranno a pieno regime produttivo qualcosina in più Francesco e Gianna riusciranno a produrre. Per ora, l’invito è ad andarli a trovare o a cercarli per sapere dove saranno reperibili le loro bottiglie.

la mursa cantina capraia vini

Un grazie all’enologo Emiliano Falsini per avermi fatto scoprire già più di un anno fa questa piccolissima realtà così in linea con i parametri della mia continua ricerca enoica. Continuerò a seguire La Mursa nelle sue evoluzioni di annata in annata, di pari passo con la crescita dei nuovi impianti.

N.B.: come accennato all’inizio dell’articolo, ieri ho avuto modo di assaggiare anche la selezione Ventigghjatu, prodotta in una manciata di bottiglie come “clos” del “cru totale” formato dai vigneti de La Mursa, ma di questo vino ve ne parlerò quando avrà compiuto il suo ciclo di affinamento in vetro. Ora, sarebbe prematuro.


F.S.R.

#WineIsSharing

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