Tra il classico pessimismo preventivo e l’entusiasmo di chi ha saputo preparare al meglio la fiera, passando per la sorpresa di chi è tornato a poter parlare della propria realtà a operatori nazionali e internazionali dopo anni complessi e chi ha fatto fatica a reperire i biglietti d’ingresso nonostante la propria attività, il Vinitaly è tornato e lo ha fatto – a mio parere – dimostrando la sua forza.
Per questo eviterò di avviare discussioni trite e ritrite relative ai costi della città nei giorni di fiera, alla logistica e alla viabilità, in quanto la fiera in sé poco c’entra con queste dinamiche.
Ciò che farò, prima di condividere con voi alcuni feedback raccolti in loco a caldo e sui social al rientro dalla manifestazione, è riportarvi qualche numero diffuso dall’ente fiera alla chiusura della manifestazione:
- 4.400 ca. aziende espositrici;
- 88mila ingressi;
- 28% stranieri;
- 25mila buyer di 139 Paesi paesi che equivalgono al record di incidenza di buyer esteri in un contesto complesso come quello in cui ci troviamo a causa di pandemia e guerra.
- Contesto che ha portato all’assenza pressoché totale di operatori di Cina, Giappone e, ovviamente, Russia e Ucraina.
I pareri avuti dai produttori sono stati positivi in termini di qualità degli avventori, con una conferma della graduale ma significativa riduzione degli accessi “molesti” che è andata scemando (seppur con qualche “folcloristica” eccezione) nelle ultime edizioni con l’eliminazione del sabato prima e l’aumento del costo dei biglietti poi. La selezione può essere ancora affinata ma devo ammettere di aver notato la quasi totale assenza del classico “bagarinaggio” all’esterno della fiera e poco caos indotto da bevitori ad oltranza all’interno dei padiglioni.
Resta il dispiacere per i molti operatori rimasti a casa per via della difficoltà nel reperire gli ingressi e per il contingentamento di alcune categorie alle sole giornate di domenica e mercoledì, con un mercoledì che, purtroppo, ha visto molti espositori lasciare le proprie postazioni per rientrare prima della chiusura della fiera.
Tra i pareri negativi figurano per lo più quelli di produttori in padiglioni che per motivi logistici e di appeal ma, a parer mio, anche per una scarsa preparazione degli appuntamenti (purtroppo se non si ha “la fortuna” di essere contestualizzati nei padiglioni o nelle aree associative o consortili di maggior affluenza è molto più difficile essere raggiunti da utenti non previsti) e quelli di alcuni consorzi che, a prescindere dalla poca utilità che la fiera può avere per produttori di denominazioni che hanno già venduto tutto o gran parte della propria produzione prima del Vinitaly, trovano poco gratificante la propria presenza in un contesto in cui gli operatori internazionali (ancor più dopo più di due anni di pandemia) prediligono confrontarsi direttamente con il produttore nel suo stand aziendale che con un banco d’assaggio di territorio (cosa che io, invece, reputo molto utile per gli operatori italiani che possono così ottimizzare il numero di assaggi in relazione al tempo a disposizione e segnare le realtà più interessanti da andare a trovare si in fiera ma anche e soprattutto in vigna e in cantina per approfondirne la conoscenza).
Per avere un panorama più ampio ed eterogeneo dei feedback di produttori e operatori vi invito a leggere i commenti relativi al post da me pubblicato su facebook qualche giorno fa, fra i quali troverete interessanti spunti di riflessione riguardo gli esiti e il futuro del Vinitaly:
Dal punto di vista dell’entità dei commenti e dei pareri espressi credo sia doveroso pesare gli stessi in base all’investimento che è enorme da parte dei produttori (non sempre la resa giustifica i costi e per questo formule che prediligono stand condivisi, associativi e consortili sono l’unica soluzione per le piccole cantine italiane. FIVI docet!) in confronto a quella degli avventori siano essi buyers, media e/o operatori di altro genere. Credo che per queste ultime categorie sia importante vedere i costi da sostenere per partecipare al Vinitaly come un investimento che può permettere di ottimizzare spese ben superiori che si dovrebbero affrontare andando a trovare tutti i produttori che si possono incontrare in fiera sul territorio (cosa che reputo, comunque fondamentale, ma non per tutti possibile e non di certo in egual misura), cercando di sfruttare questa occasione come un tavolo di cernita al fine di comprendere chi rientra nei nostri criteri di ricerca e chi no, potendo contare su quella possibilità di essere sorpresi scoprendo qualcosa di “nuovo” che solo gli eventi possono offrire. Va da sé che ognuno dovrà ponderare la propria partecipazione e questo tipo di investimento in base alle proprie opportunità e ai propri fini professionali, valutandone pro e contro. Di una cosa sono certo, al netto di alcune migliorie e di altrettanti adattamenti al mondo del vino contemporaneo che la principale fiera del vino italiana dovrà gioco-forza apportare, il Vinitaly è e resta importantissimo e il suo ritorno era fondamentale. Chi pensa di poterne fare a meno o chi lo reputa non opportuno in termini di investimento sia dal lato degli espositori che degli avventori può e deve comportarsi di conseguenza, ma se i numeri restano così alti, mi viene da pensare che non sia solo per il luogo comune “nonostante tutto bisogna esserci”…
Fatta questa più o meno concisa premessa riguardante i feedback di questo Vinitaly 2022 eccovi una serie di vini che ci tengo a condividere con voi in quanto capaci di segnare positivamente la mia 4 giorni fra i padiglioni della fiera veronese (questo lista rappresenta un’ulteriore scrematura di quella pubblicata su facebook e vuole dare la precedenza a vini di cui non ho avuto già modo di parlare in questi ultimi mesi dopo anteprime, eventi e/o tour territoriali):
Simona Natale Salento Igt Spumante Dosaggio Zero millesimo 2016 (48 mesi/Magnum) – Gianfranco Fino
Gradar Trento Doc Brut Blanc de Blancs (2018 – 30 mesi)- F.lli Paolazzi
Tilio Metodo Classico Dosaggio Zero “100” mesi – Cantina Delsignore
Vulcano 36 Metodo Classico Lessini Durello Doc Riserva Pàs Dosé – Zambon
Lapazio Paestum Bianco Igp – Francesca Fiasco
Murva Bianco Venezia Giulia Igt 2020 (Anteprima) – Renata Pizzulin “Murva”
Riesling Renano “Collezione di Famiglia” Igt Veneto 2016 – Roeno
Calvarino 5 Veneto Igt cuvée delle annate 2008-2009-2010-2011-2012 – Pieropan
Etna Bianco Doc “Muganazzi” 2020 – Graci
Duality Sauvignon Friuli Colli Orientali Doc 2020 – Specogna
Senex Verdicchio di Matelica Docg Riserva 2018 – Bisci
Vinoso Umbria Igt 2016 (macerato) – Barberani
Vigna del Lume Ischia Biancolella Doc 2021 – Antonio Mazzella Viticoltore
Cortine Ambra Toscana Igt 2020 (macerato/Anteprima) – Casa Emma
Pinot Grigio “Tradiziòn” 2020 (macerato) – Simon di Brazzan
a Pois Marche Rosato Igt 2021 – Fontezoppa
CreteRosa Igt Toscana Rosato 2021 – Podere Marcampo
Hanami Terre Siciliane Igt Rosato 2021 – Cantine Fina
Il Valpo Valpolicella Doc 2021 – La Giuva
Murru Monica di Sardegna Doc 2020 – I garagisti di Sorgono
Corvina Veronese Igp 2021- Ca’ dei Maghi
Comeunavolta Toscana Igt Rosso 2020 – Camporignano
Pinot Nero Toscana Igt 2017 – San Felo
Lo Stralisco Romagna Sangiovese Predappio Doc Riserva 2018 – Chiara Condello
Cinabro Marche Igp Grenache 2017 – Le Caniette
Godje Friuli Colli Orientali Doc Riserva 2016 – Valentino Butussi
San Lorenzo “Piano delle Colombe” Etna Rosso Doc 2019 – Girolamo Russo
Jacopo Rosso di Montalcino Doc 2019 – Il Marroneto
Bacicolo Igt Toscana Cabernet Franc 2018 – Il Colombaio di Santa Chiara
Mi scuso nuovamente per non essere passato da tutti i produttori che avrei voluto anche solo salutare, ma più passano gli anni più le realtà che ho avuto modo di conoscere in giro per l’Italia aumentano e per me questa edizione è stata davvero una corsa contro il tempo continua. Sono certo ci rifaremo nel modo migliore, ovvero vedendoci sul territorio, in vigna e in cantina.
Chiudo questo breve pezzo post-Vinitaly invitandovi a valutare la vostra presenza in qualità di appassionati e/o operatori del settore all’evento che da qualche anno mi vede partecipe in qualità di selezionatore e coordinatore di un’area tematica e delle masterclass a essa correlate, ovvero l’Only Wine, Salone nazionale dei giovani produttori e delle piccole cantine d’Italia, che si terrà dal 30 aprile al 2 maggio con la giornata del lunedì dedicata solo agli operatori (buyers e media) che potranno degustare una selezione di vini presenti nei primi due giorni di banchi d’assaggio e mostra-mercato con la modalità della sessione tecnica con servizio sommelier.
Un evento nato per dare spazio proprio a molte di quelle piccolissime realtà che non hanno modo di essere presenti o di strutturare nella maniera più consona la propria presenza al Vinitaly e alle altre importanti fiere nazionali e internazionali. L’etica e il grande lavoro di selezione svolto negli anni hanno reso l’Only Wine un evento unico nel suo genere in cui trovare giovani produttori che, spesso, sono al loro primo evento o che difficilmente potrete incontrare altrove, se non andandoli a trovare in vigna e in cantina. Un evento che vuole mostrare come pubblico e operatori siano in grado di condividere una stessa manifestazione in sicurezza e soddisfacendo le proprie esigenze in termini di degustazione, ricerca e confronto. La possibilità di vendere da parte dei produttori e quella di assaggiare e acquistare scegliendo fra centinaia di referenze delle oltre 130 realtà presenti sono fattori che rendono questo tipo di manifestazione più in linea con la concezione contemporanea di evento enoico. La sessione tecnica, inoltre, permetterà ai professionisti del settore siano essi importatori, ristoratori, sommelier, giornalisti e/o blogger di ottimizzare i tempi di assaggio e di conoscere molte nuove realtà attraverso l’assaggio incondizionato dei vini selezionati.
Nel sito http://www.onlywinefestival.it trovate già molte informazioni riguardanti l’evento ma nei prossimi giorni sarà mia premura pubblicare la selezione definitiva delle cantine presenti e gli orari delle mie masterclass sui “vini da merenda contemporanei”.
F.S.R.
#WineIsSharing