In attesa di quello che si appresta a essere il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti più importante di sempre in termini di numeri, valori e contenuti apportati dalla FIVI alla manifestazione, ho ritenuto opportuno ospitare su WineBlogRoll.com il “nuovo” presidente della Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti Lorenzo Cesconi, eletto il 9 marzo 2022. Il produttore trentino prende il posto di Matilde Poggi che è stata alla guida di FIVI per nove anni (oggi Presidente di CEVI, Confédération Européenne des Vignerons Indépendants). Al vignaiolo – ancor prima che presidente – FIVI ho posto alcuni quesiti riguardo la manifestazione che si terrà a Piacenza dal 26 al 28 novembre 2022 e circa alcune dinamiche e criticità relative al mondo del vino visto e vissuto dal punto di vista dei vignaioli italiani.

Vi lascio alle puntuali e pertinenti risposte di Lorenzo Cesconi:
– Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti si prepara a un ritorno a quella che potremmo definire una “nuova normalità”, ma cosa cambierà nell’edizione 2022 di quello che è divenuto, negli anni, uno degli eventi enoici più attesi in Italia e non solo?
L’edizione 2022 è in qualche modo quella della svolta: non solo perché si svolgerà in un contesto auspicabilmente privo di restrizioni sanitarie, ma perché siamo finalmente riusciti a dare spazio a tutti i Vignaioli che hanno fatto richiesta di partecipazione. Grazie alla collaborazione con Piacenza Expo, abbiamo deciso di dedicare tutti i 3 padiglioni della Fiera ai Vignaioli e alle Vignaiole, spostando il food in una tensostruttura dedicata. Un grande investimento, ma che ritenevamo ormai necessario, per la crescita della manifestazione e per rispetto nei confronti dei nostri soci. Saremo 870 su 1500: quasi 2/3 dei soci FIVI saranno presenti al Mercato, e questo per noi è un grandissimo motivo di orgoglio, perché il Mercato non è solo una fiera, ma la nostra festa e un elemento centrale della nostra identità associativa.
– Quali sono gli obiettivi del Mercato di quest’anno?
Come sempre gli obiettivi sono molteplici, perché il Mercato è una manifestazione complessa, pur nella sua apparente semplicità. Vogliamo sicuramente rafforzare il rapporto con le appassionate e gli appassionati, con il consumatore finale: il Mercato è una manifestazione diversa da tutte le altre perché il pubblico che la affolla la rende tale, un pubblico competente e attento, curioso e interessato. D’altro canto, confermando la giornata del lunedì in aggiunta al tradizionale weekend, vogliamo aumentare l’interesse degli operatori, italiani ed esteri. Già l’anno scorso il lunedì aveva avuto un grande successo, contiamo di ripetere e migliorare quel risultato.
– A prescindere dal Mercato, questi anni di pandemia e la situazione odierna hanno e stanno mettendo in grande difficoltà i produttori ma ancor più i vignaioli FIVI che possono contare solo sulle proprie vigne e, spesso, sulle proprie forze. In qualità di presidente della Federazione dei Vignaioli Indipendenti italiani, quali credi siano le esigenze e quali le problematiche più impellenti alle quali dare si deve dare una pronta risposta?
Questi ultimi anni ci hanno messo di fronte a criticità inedite: alcune congiunturali, speriamo, come la chiusura di alcuni canali di mercato durante le fasi dure della pandemia; altre purtroppo ormai strutturali, come le emergenze climatiche e l’aumento esponenziale dell’imprevedibilità degli andamenti stagionali. Adesso inflazione e aumento dei tassi creano forte preoccupazione, lasciando presagire un aumento dei costi di produzione e finanziamento ancora maggiore e un crollo delle marginalità. Ci sono quindi delle risposte immediate che ci aspettiamo dal Governo e dall’Unione Europea, per mitigare l’impatto dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. Altre azioni dovranno essere strategiche, invece, e vanno nel senso del rafforzamento del sistema produttivo con interventi infrastrutturali nel campo dei trasporti, dell’energia e della semplificazione burocratica.
– Quali azioni state intraprendendo a livello nazionale e internazionale?
Stiamo lavorando su più fronti, anche grazie alla collaborazione con CEVI, la confederazione europea dei Vignaioli di cui è presidente Matilde Poggi. Penso alla richiesta di creare lo sportello unico One-Shop Stop (OSS), già in vigore per alcune categorie di prodotti, per rafforzare la libera commercializzazione delle merci e permettere, sia ai produttori che ai consumatori europei, di trarre pieno vantaggio dalle opportunità del mercato interno. In occasione del Mercato presenteremo una serie di proposte sulla sburocratizzazione, speriamo di fronte al futuro Ministro dell’Agricoltura. Abbiamo avviato un percorso di analisi anche sul fronte della rappresentanza e democrazia nei Consorzi di Tutela, tema da sempre caro a FIVI. Non siamo fermi nemmeno sul campo della transizione ecologica, con il progetto FIVI4Future. Infine, gli ultime mesi si sono concentrati molto sulla nuova Politica Agricola Comune: hanno richiesto grande attenzione l’etichetta nutrizionale e la lista degli ingredienti, e ancora una volta semplificazione e digitalizzazione sono state le nostre richieste principali.
– Come vedi il futuro del vino italiano e quale ruolo può giocare la FIVI per renderlo sempre più orientato alla qualità e alla sostenibilità?
Il futuro del vino italiano è legato alla capacità di tutta la filiera di declinare quell’aggettivo, “italiano”, che altrimenti sta a rappresentare solo un fattore geografico. Cosa vogliamo che rappresenti il termine “italiano”, in Italia e nel mondo? Mi fa sorridere ogni anno vedere la corsa al record di produzione, misurando il confronto con la Francia solo in termini di milioni di ettolitri. Prodotti in Italia, certo, ma … “italiani”? Per noi “italiano” deve significare che quel vino rappresenta un determinato territorio, la cultura di un luogo, che è stato prodotto con rispetto del paesaggio e dell’ambiente, che ha contribuito a valorizzare un sistema di relazioni economiche e sociali. Altrimenti è “italiano” per casualità, non per valore. Se facciamo questo, ecco che potremo misurarci con gli altri Paesi non sulle quantità, ma sul valore aggiunto, sulle marginalità, sulle esternalità positive del sistema vitivinicolo. Per fare questa rivoluzione, FIVI è assolutamente necessaria.
Ringrazio vivamente Lorenzo Cesconi per le sue esaustive e interessanti risposte. Parole che denotano grande contezza di quella che è situazione enoica globale e di quello che potremmo definire lo stato dell’arte del vino italiano dal punto di vista dei vignaioli FIVI.
Non ci resta che attendere il prossimo Mercato dei Vini per ritrovare i vignaioli FIVI che già abbiamo avuto modo di conoscere e, soprattutto, per incontrarne e scoprirne altri. Di certo, quest’anno più che mai prima, ci sarà l’imbarazzo della scelta!
Cos’è la FIVI? Eccovi un link in cui potrete trovare maggiori ragguagli riguardo la Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti e le modalità di adesione da parte dei produttori, con gli annessi requisiti:
https://wineblogroll.com/2017/02/fivi-adesione-federazione-vignaioli-indipenti/
F.S.R.
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