Oggi condivido con voi una riflessione scaturita da alcuni degli ultimi viaggi e da una settimana in cui è stato inevitabile non guardarsi indietro ma ancor più non guardare avanti con occhi ancor più critici da un alto e speranzosi dall’altro.
Ogni giorno ricevuto email e messaggi di appassionati che mi chiedono come faccia a vivere così e lo fanno con malcelata e comprensibile invidia basata solo su ciò che è l’involucro manifesto della mia vita, del mio fare e del mio essere.
In molti dicono che farebbero carte false per seguirmi nei miei viaggi, per vivere in giro per vigne e cantine, per conoscere sempre più approfonditamente il mondo del vino e chi il vino lo fa. Io sarei lieto di condividere alcune esperienze con una persona o più persone curiose e vogliose di imparare. Il problema subentra quando parlo delle rinunce che inevitabilmente, chi ha scelto la mia strada, alle mie condizioni, senza compromessi, deve fare; quando faccio presente che anche quest’anno, nonostante lo stop imposto dal lockdown, arriverò a ca. 100.000km di macchina che, togliendo aerei e traghetti, significa passare ca. 13 del proprio tempo dedicato al vino in viaggio; quando faccio presente che le giornate non hanno orari, ma tendenzialmente partono presto al mattino e terminano quando la mezzanotte ormai è passata da un po’ (sia quando si è in giro, che quando si torna alla base in quanto si deve riordinare il materiale, si deve scrivere e si deve trovare il tempo per studiare e preparare masterclass e gli altri impegni); quando mi chiedono come faccia con gli io affetti e faccio presente che è dura essere compresi e vivere una vita “normale” in questo ambito e si deve essere disposti a sentirsi soli spesso e a convivere in equilibrio con sé stessi (ciò che condivido è solo la parte enoica della mia vita). Eppure vedo che il colpo di grazia lo dà sempre l’aspetto economico, perché quando mi chiedono come faccio a vivere di questo e racconto che non è semplice – specie con le mie scelte rigorose che comportano più spese e meno introiti – e che quella che qualcuno definirebbe “bella vita” in realtà lo è solo in piccola parte, tutti quelli che volevano provare a seguirmi hanno preferito altre strade, spesso quelle più semplici e dal ritorno subitaneo. Non li biasimo anche se non ne condivido le scelte, perché so che non a tutti potrebbe andare “bene” com’è, in parte, è andata a me, forse anche perché ho avuto l’intuito di iniziare in tempi non sospetti. Però, confido ci sia ancora spazio per fare anche molto meglio di ciò che ho fatto io. Ben venga!
Dicono che io sia un battitore libero, un viaggiatore solitario ed è così, ma questo non significa che io non sia a disposizione di chi ha la volontà, la pazienza e la mentalità per provare a seguirmi. Se fino a qualche anno fa mi faceva davvero piacere sentirmi dire “sei l’unico che gira così tanto e va a trovare tutti quelli di cui scrive” o “sei l’unico che da così rilevanza alla vigna”, oggi un po’ mi dispiace, perché vuol dire che non è servito a molto cercare di fungere da esempio.
Dico queste cose conscio di essere fortunato e privilegiato a vivere la mia vita (sono cresciuto aiutando mio padre artigiano e mettendomi alla prova in vari settori e so cosa sia la fatica e la rispetto profondamente… e, si… non sono un ereditiere come qualcuno scherzosamente ha detto anni fa e non ho altri aiuti umani e professionali che quelli derivati da me medesimo) ma anche – spero mi sia concesso dopo tanti anni – di essermi guadagnato sul campo, con sacrifici e lavoro ma, soprattutto, senza fretta e con profondo rispetto su tutti i fronti, un equilibrio e un modo di vivere che non cambierei con niente al mondo e che, al netto di tutte le difficoltà e le notti insonni, è l’unica cosa che vorrei e, probabilmente, saprei fare con questa attitudine, con tale voglia e rinnovata curiosità. Sono arrivato al punto di sperare che qualcuno voglia seguire la strada che ho provato a tracciare negli anni e aspetto che quel qualcuno si faccia avanti. Sarebbe bello tornare a credere che, nonostante tutto, ci siano ancora veri appassionati pronti a tutto per vivere il vino e scoprirne ogni dinamica dall’interno come ho deciso ormai parecchi anni fa di fare io o anche meglio!
Lavorando non per la vana gloria o per il soldo facile, bensì per il rispetto di chi oggi riconosce in ciò che faccio e in come lo faccio qualcosa di valido e di apprezzabile. Io sono qui e chi mi ha dato la possibilità di farmi conoscere e di parlare di me, della mia vita e del mio amore incondizionato per questo mondo sa che sono un ragazzo normale, sempre pronto a mettersi in gioco e in discussione e che non vede l’ora di poter condividere parte della propria esperienza con qualcuno. Ho iniziato la mia vita nel vino coniando l’hashtag “#wineissharing” e non ho mai smesso di credere nel fatto che il vino sia e debba essere condivisione in senso stretto e in senso lato, in termini di degustazione e, soprattutto, in termini di scambio e confronto di opinioni ed esperienze.
F.S.R.
#WineIsSharing
P.S.: ci sono tanti percorsi professionali e di vita ben più difficili di quello che ho scelto e che, fortunatamente, mi ha scelto. Quindi lungi da me considerare ciò che faccio alla stregua di mestieri e lavori che meritano ancor più stima e comprensione. Semplicemente, confido che il mio impegno venga compreso nella sua interezza. Sarebbe molto più facile e “redditizio” fare il figo raccontando solo gli aspetti più positivi della mia vita e negando gli altri ma non sarebbe la verità. La realtà è che vivo di vino (ci sono voluti più di 10 anni per arrivare a lasciare l’attività che mi sosteneva in parte) ma la vera ricchezza sono le persone e le emozioni che ancora oggi mi danno la forza di andare avanti.
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